Con la commovente fiaccolata per la vita che ha visto ieri migliaia di cittadini, in stragrande maggioranza giovani, ricordare le vittime della strage consumatasi alla Lanterna Azzurra di Corinaldo, Senigallia prova a voltare pagina rispetto alla grande tragedia che ha sconvolto le nostre vite e che soltanto il lento passare del tempo potrà forse un giorno lenire. Durante la settimana appena trascorsa, mentre i riflettori dei media si accendevano sul nostro territorio, la nostra scelta, da comunità coesa quale siamo, è stata quella di far prevalere il silenzio e la condivisione del dolore. Abbiamo la piena consapevolezza che quanto accaduto ha rappresentato un qualcosa mai vissuto dalla nostra città, nonostante anche in passato non siano mancati momenti di acuta sofferenza, con giovani vite spezzate e tragedie che hanno portato via tanti nostri concittadini. Siamo coscienti che la notte che ha strappato per sempre ai loro cari le vite di Emma, Daniele, Eleonora, Asia, Benedetta e Mattia è entrata dentro ciascuno di noi, dentro ogni famiglia, perché tutti sappiamo benissimo che quella drammatica sorte avrebbe potuto toccare qualunque ragazzo o ragazza di quella età: chi c’era e si è salvato, chi non c’era, chi doveva esserci ma solo per una casualità non c’è stato. Ritengo che sarebbe molto importante se di questa consapevolezza riuscissimo tutti a farne tesoro, magari evitando di erigerci a giudici per puntare il dito sui genitori o sui ragazzi, e aprirci invece a una profonda riflessione su come basti un solo attimo per compromettere le vite dei nostri figli. Una riflessione che riparta dal valore del no, che in primis le istituzioni hanno il dovere di riscoprire: il no a strutture e locali non in regola, che non esitano a mettere a rischio la vita dei nostri figli per un volgare surplus sugli incassi, e la tolleranza zero, senza alcuna scusante, verso chi somministra alcool ai minori. Ma è necessaria una riflessione che investa anche il tipo di offerta, sia culturale che ludica, che mettiamo a disposizione dei nostri giovani, e che non deve tradursi nella solita paternalistica censura, buona solo a erigere muri tra generazioni, ma nella capacità di parlarsi tra genitori e figli, tra istituzioni e giovani, e di confrontarsi sui valori che ci uniscono. Anche perché, oggi più che mai, sono convinto che è da questa generazione, così segnata dal dolore e dalla tragedia, che abbiamo bisogno di ripartire per dipanare l’oscurità che ci avvolge e riaccendere la luce sulla nostra comunità. Una generazione che voglio personalmente ringraziare, nei confronti della quale troppo spesso si punta il dito e che, invece, proprio in occasioni drammatiche come questa dimostrano di saper dare il meglio. È accaduto durante il momento della tragedia, con tantissimi ragazzi che si sono adoperati per prestare soccorso ai loro coetanei, è proseguito in questi giorni con la vicinanza e la solidarietà testimoniata alle famiglie delle vittime, per giungere alla giornata di ieri, dove la fiaccolata organizzata dagli studenti per ricordare le vittime, ha rappresentato un fondamentale momento di catarsi che spero possa aiutare tutti noi a rialzarci e a rimetterci in cammino.
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