SENIGALLIA – “Con l’approvazione del decreto Salvini, di cui è dubbia perfino la legittimità costituzionale, l’Italia compie un gravissimo balzo indietro sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti. Potremmo discutere a lungo sul cinismo che lo ha ispirato, sull’irresponsabilità di chi alimenta ad arte la xenofobia per poi specularci politicamente, sulla colossale ignoranza di chi pensa che un fenomeno storico come quello dei flussi migratori possa essere fermato con provvedimenti repressivi che rasentano la disumanità. Potremmo, e certamente lo faremo nelle sedi opportune. Ciò che invece oggi è urgente spiegare ai cittadini, in particolare a coloro che da tempo hanno deciso di abdicare alla ragione affidandosi a pseudo politici, veri e propri imprenditori della paura che altro non sanno fare che soffiare sul fuoco delle umane inquietudini, è che questo decreto, approvato nell’ignavia di parlamentari e ministri del Movimento 5 Stelle, rischia di aggravare, e di molto, i problemi che a parole sostiene di risolvere”.
Così il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi commenta l’approvazione del decreto sicurezza.
“Anzitutto – spiega Mangialardi – l’eliminazione della protezione umanitaria, fino a oggi assegnata a quasi la metà dei richiedenti asilo, porterà a un inevitabile aumento del numero degli stranieri irregolari, i quali, in condizioni di estrema debolezza, determinate dall’impossibilità di trovare un lavoro regolare o di ricevere prestazioni sociali, diventeranno facili prede della criminalità organizzata o saranno spinti a delinque per poter semplicemente sopravvivere. Dunque, altro che sicurezza”.
“Ma non solo – aggiunge il sindaco di Senigallia – molto grave è anche il depotenziamento del sistema Sprar, ovvero l’accoglienza diffusa gestita dai comuni che consente oggi ai richiedenti asilo di seguire importanti percorsi di integrazione. L’accesso limitato solo a coloro che si sono visti accogliere la domanda di protezione internazionale, come prevede appunto il decreto del governo, porterà coloro che sono ancora solo richiedenti a essere trasferiti nei centri di accoglienza ordinari, senza avere l’opportunità di svolgere attività o corsi finalizzati alla formazione e all’integrazione. Tale limitazione rischia inoltre di avere effetti devastanti sui minori soli, che dovranno interrompere i percorsi di accoglienza e inclusione sociale per ritrovarsi in un sistema come quello dei Centri di accoglienza straordinaria, dove spesso non è previsto nessun progetto di inclusione sociale. La triste e drammatica realtà è che un numero enorme di persone resterà fuori da un sistema che ha dimostrato di saper garantire integrazione e stabilità sociale con benefici per le comunità. Basti considerare che l’ultimo rapporto dell’Anci evidenzia come quasi la metà delle persone uscite dallo Sprar lo scorso anno siano riuscite a ottenere un contratto di lavoro, mentre circa il 70% ha comunque acquisito gli strumenti per essere autonomo. Da ultimo, ma non certo per importanza, la stessa Anci ha calcolato che il ridimensionamento dello Sprar costerà ai Comuni italiani circa 280 milioni di euro, oggi a carico del sistema nazionale, che andranno a gravare sui servizi sociali e sanitari”.
“Insomma – conclude Mangialardi – spero sia chiaro che questo sfacelo politico, sociale, economico, istituzionale e umano, non avrà nessun effetto, se non negativo, sui temi della sicurezza, e non cancellerà nemmeno, come magari alcuni hanno ingenuamente creduto, i migranti che stanziano nei nostri parcheggi. Una certezza però c’è: il decreto Salvini è riuscito a rendere indegna l’Italia di fronte alla propria storia e alla propria cultura, sia nell’anima laica che cattolica, che l’ha resa un modello di civiltà in tutto il mondo”.
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